
Il carnevale di Venezia è uno dei carnevali più conosciuti e famosi e conosciuti al mondo, per la sua eleganza, il suo fascino e il suo lato romantico. Spesso, infatti, coincide con la festa di San Valentino, e gli innamorati ne aprofittano per una tocca e fuga in quella che è definita la città più romantica in assoluto.
Carnevale di Venezia: la sua essenza libertina
Le origini antiche di questa festa avevano come scopo, come da tradizione greca e poi romana, quella di fa sentire tutti i cittadini, nobili e schiavi, reali e prigionieri, liberi, almeno una volta l’anno. Momento, questo, in cui tutti, grazie all’uso di maschere, potevano “trasformarsi” in qualcun altro, liberandosi da quell’etichetta sociale che comportava diritti, doveri e, a volte, un destino segnato. Niente convenzioni sociali, niente tensioni, niente rigide impostazioni sociali a cui sottostare. Solo balli, banchetti e musica.
Nello specifico, il primo carnevale di Venezia in quanto tale ebbe luogo nel Medioevo, nel 1296, quando il Senato della Repubblica Marinara emanò un editto secondo il quale il giorno precedente l’inizio della Quaresima doveva essere festivo.
Piazza San Marco e Riva degli Schiavoni si trasformavano nel fulcro dei divertimenti, che venivano organizzati molto prima, anche verso fine ottobre, quando musicisti, acrobati, giocolieri e danzatori iniziavano ad intrattenere, con scherzi e burle, gli abitanti e i mercanti.
Pian piano, poi, questi balli in maschera divennero sempre più sontuosi, tant’è che vennero organizzate, rappresentazioni e spettacoli sia in case private che nei caffè, conferendo così al carnevale di Venezia quel fascino di cui gode ancora oggi.
Carnevale di Venezia: il suo declino e il proibizionismo
La città presto venne definita “la calamita d’Europa”, dove la trasgressione trovava terreno fertile, tant’è, nel XVIII secolo, sfociò in furti e violenza. Per rimediare, dal 1339, l’evento subì una serie di modifiche, per cercare di contenere, il più possibile, eventuali altri danni. Niente più maschere nei luoghi religiosi e nelle case da gioche, e il divieto assoluto di girare per la città di notte indossando costumi.
Questo non impedì però al carnevale di Venezia di prendere una piega in negativo, anzi. Nel 1797, si arrivò ad un vero e proprio divieto delle maschere, ad eccezione delle feste private a palazzo e del famoso Ballo della Cavalchina alla Fenice. Momento, quello, che segnò la fine di questo appuntamento annuale.
Carnevale di Venezia: 200 anni dopo
I veneziani dovettero aspettare 200 anni prima di riprendere l’usanza dei travestimenti: l’usanza carnevalesca riprese infatti nel 1967, e in dieci anni il carnevale di Venezia riuscì a crescere e a coinvolgere la stessa città nell’organizzazione dei festeggiamenti in maschera. Dal 1979 riprese a splendere, facendo diventare protagonisti indiscussi dell’evento i costumi, che ancora oggi vediamo sfilare in Piazza San Marco.
Parrucche, trucchi, veli, gonne a cerchio, stoffe pregiate, panciotti e maschere: via alla fantasia, seguendo le note che si diffondono nei saloni più esclusivi della Serenissima, per quelli che sono tutt’ora i party più esclusivi, per cui è necessario anche prenotare un anno prima.
Carnevale di Venezia: i momenti clou
Il Volo dell’Angelo
L’apertura ufficiale del carnevale avviene la prima domenica, con il Volo dell’Angelo o della Colombina. Si tratta di un sorvolo su Piazza San Marco, che avvenne per la prima volta a metà del Cinquecento, ad opera di un acrobata. Il testimone passò poi ad un uomo, al quale vennero fatte indossare delle ali (da qui il richiamo all’angelo), fino a quando, in seguito ad un incidente mortale, si preferì far “volare” una grande colomba in legno che durante la sua discesa spargeva coriandoli e fiori sulla folla.
Solo negli ultimi anni, questo volo è stato nuovamente attribuito ad una persona, nello specifico alla vincitrice del concorso delle Marie.
La Festa delle Marie
La Festa delle Marie era un evento festeggiato al tempo dei Dogi che poi cadde in disuso fino al 1999, quando il carnevale di Venezia riscoprì nuovamente questa tradizione. Con questa manifestazione si vuole celebrare l’omaggio che il Doge veneziano offriva a dodici belle e umili fanciulle per il loro matrimonio.
Ogni anno vengono scelte dodici ragazze che sfilano da San Pietro di Castello a Piazza San Marco, e la vincitrice, la più bella, viene incoronata “Angelo” per l’edizione successiva del carnevale.
Il carnevale di Venezia: lo Svolo del Leon
La fine del carnevale di Venezia viene annunciata con lo Svolo del Leon o Sorvolo del Leone, una grande bandiera con il simbolo del Leone alato che viene fatto sventolare sulla folla in piazza San Marco. Sul palco, tutte le maschere, le dodici Marie e gli organizzatori danno poi l’ultimo saluto al carnevale e si danno appuntamento all’anno successivo.
Carnevale di Venezia: tre maschere d’eccezione
Tra le maschere che hanno segnato la tradizione del carnevale di Venezia, impossibile non ricordare la Gnaga, il travestimento femminile da gatta, indossato dagli uomini, che nel cestino che portano al braccio, in passato avevano dei gattini. O la Baùta, una maschera bianca con un lungo mantello dal colore scuro. O ancora la Moretta, travestimento femminile composto da una maschera in velluto scuro abbinata ad un delicato cappellino e abiti molto raffinati.
Carnevale di Venezia in chiave romantica
La laguna, la città in cui hanno soggiornato, tra gli altri, l’imperatrice Sissi, Wagner e Ugo Foscolo, le coppie di maschere celebri, gli abiti ottocentesci che richiamano l’amore per un’epoca passata… ecco i motivi per cui trascorrere una giornata o un weekend al carnevale di Venezia, festeggiando un San Valentino rigoramente in maschera.
Krizia Ribotta
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