
Febbraio era considerato, dagli antichi Romani, il mese di preparazione alla primavera (stagione della rinascita).
Iniziavano quindi i riti di purificazione: nelle case venivano sparsi del sale ed una particolare farina.
Verso la metà di febbraio si dava inizio alle celebrazioni dei Lupercali che erano dei sacerdoti che si recavano alla grotta in cui, secondo la leggenda, la lupa aveva allattato Romolo e Remo compiendo qui dei sacrifici propiziatori. Il sangue degli animali sacrificati veniva sparso per le vie della città come simbolo e augurio di fertilità per tutta la popolazione.
Ma il vero evento al quale la gioventù romana era particolarmente affezionata era una specie di lotteria dell’amore. In un’urna venivano inseriti e mescolati i nomi di giovani donne e uomini adoranti questo Dio ed estratte le coppie che avrebbero vissuto in intimità per un anno per portare a termine il rito della fertilità.
I padri precursori della Chiesa, vollero mettere fine a questa provinciale usanza e pertanto cercarono un santo degli innamorati per sostituire il Lupercus. Trovarono un probabile candidato in Valentino, un vescovo martirizzato duecento anni prima dall’imperatore Claudio II in quanto univa in matrimonio giovani coppie alle quali l’imperatore aveva negato il consenso.
martinamagellano
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